>>60826Non è al livello di "requiem of the rose king" ma c'è un abisso tra il manga e l'anime.
>>60825Non sono per niente d'accordo.
Per me si fossero limitati alla sufficienza, ad animare le pagine del manga, sarebbe venuto meglio.
Intanto le voci, Makima pessima, Denji ed Aki pure peggio. Che poi non è solo colpa loro, ma anche del direttore che voleva una recitazione "realistica" senza sapere che realistico fa cagare, quello che fanno nei live action è sempre recitazione ma diversa. Si veda Kumiko in Hibike per una recitazione "da live action".
Poi c'è il capitolo adattamento in senso stretto, conversione da manga ad anime. Rimando a come il diavolo pistola è introdotto nel manga rispeto all'anime.
C'è il capitolo visivo, fioi fa cagare. I personaggi sono disegnati male, spesso e volentieri, ma il problema principale sono gli sfondi.
Sfondi su cui il direttore si concentra, probabilmente perché pensa che siano belli.
Il campo di croci, elemento che ricorre spesso, è forse quello più evidente, perché è di una noia mortale. Sono tutte uguali, ma senza trasmettere la forza visiva di un campo di croci tutte uguali. Ma anche il tempio in cui Makima fa il sacrificio, cazzo nel manga è molto più interessante, quasi ricorda una bocca dentata, mentre nell'anime è tutto buttato li.
Infine c'è la direzione in senso lato.
Qui stiamo parlando di un direttore che ha preso un prodotto che è un insieme di horror violento giapponese (ho citato su rete 4 Tokyo Gore police, ma gli esempi si sprecano) e storia romantica tra una donna ed un ragazzo (prendete il primo capitolo di sei il mio cucciolo, tanti elementi sono già li) e l'ha snaturato cercando di fare una cosa impostata e quadrata che semplicemente non funziona.
Tutto questo è reso ancora più evidente dal fatto che in questa stagione abbiamo Akiba Maid Wars, un anime figlio del cinema yakuza che è "cinematico" come CSM voleva essere. Gli episodi 6-7 ed il 10 sono cinema puro compresso in 24 minuti.
Secondo me non è questione di fare i sommelier, ma di avere senso critico. Poi oh, peace.