L'ho visto qualche giorno fa con mia madre. Siccome era un po' giù di morale, e sapendo che a lei piace Ozpetek, le ho offerto il cinema.
19,50 euro, Cristo divino. Ed era pure scontato per gli over 60 (mia madre).
Altrimenti sarebbero stati 22 euro.
C'è da dire che ho prenotato i posti online. Poco prima di entrare in cassa potevo annullare la prenotazione e dire al bigliettaio che volevo i posti che avevo prenotato poco prima (non pagando le commissioni), ma non avevo voglia.
In ogni caso mia madre voleva la prima fila e io le rispondo sicura? guarda che dietro si vede bene. Eh si, ma davanti ci sono i poggiapiedi e allora dai, prenoto la prima fila cheppalle.
È stata una buona scelta.
Poi dirò il perché.
Ora sto divagando.
Metto le cuffie antirumore, che sono sacre. Ve le consiglio
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E si vola.
Finita la visione ho pensato qualche giorno prima di capire a che tipo di film mi ero trovato davanti, ma ora posso dire chiaramente di aver visionato l'ennesima pellicola provinciale del cinema italiano.
A me piace quando vengono affrontati temi importanti nelle storie. In questo caso è il mondo femminile. E se ho apprezzato narrazioni come "Barbie" (non odiatemi), "The Substance" o la trilogia di Ti West, qua mi sono reso conto che "Diamanti" è un film estremamente limitato ad un pubblico femminile italiano e soprattutto… di una certa età.
Perché ambientare il film negli anni '70? Perché l'unico personaggio "giovane" è una reduce di una manifestazione solo accennata? Perché ci sono i classici stereotipi di una violenza di genere riservata solo alla classe "bassa" della società? Perché si affronta, in modo molto scialbo, la gestione di un adolescente in una famiglia?
Insomma, è un film corale dove si narrano storie di sarte anni '70. Stop. Non c'è questa celebrazione della donna come dice chiaramente il regista nel film. Lo dice lui stesso!
Ecco, che senso ha quel "dietro le quinte" del film?
Ho tanti dubbi e tante domande che purtroppo mi porteranno ad una seconda visione del film per capirlo meglio. Ma, ancora una volta, non riesco a capire a chi possa essere rivolto questo film. Sia in Italia ma anche all'estero.
La regia è anonima, ma a quello ci passo sopra. E apprezzo il fatto che sia stato tutto ambientato in una villa/sartoria. È che, davvero, non capisco il fine di questo film. È paradossale come una pellicola con sole donne e che ha l'intento di trattare temi femminili, risulti stereotipato e con un messaggio scialbo e assente.
E poi è curioso come, nei titoli finali, ci sono molte foto delle singole attrici con il regista. Ozzy, capisco che sei un po' megalomane, ma fai terminare il film solo con le foto delle attrici eh. Dai, su.
Meno male che ero in prima fila e ho potuto vedere le tettone della Mara Venier dritte in faccia sul grande schermo.
Davvero, sono serio. Da quel punto di vista sono rimasto contento.