Ebbene /b/ anon con il coviddi qui.
Vorrei raccontarvi la mia esperienza non tanto dal lato della malattia, che mi ha fatto poco e nulla, ma dal lato della gestione della sanità pubblica di questo paese, quindi mettetevi comodi che partiamo dall’inizio:
Non chiedetemi come o perché, sono in casa con due persone che lavorano in ambito sanitario e purtroppo una di loro ha contratto il covid sul posto di lavoro a dicembre, nessuno si è reso conto fino alla comparsa dei sintomi tra pazienti e operatori fino a bel venerdì.
Ovviamente questa persona ha subito aperto la pratica di infortunio
e qui ci sarebbe da aprire un capitolo a parte per l’assurdità delle richieste da parte di datore di lavoro e inail e anche io di riflesso ho aperto mutua di mia spontanea volontà per non infettare i miei colleghi, per quanto se ne crepasse uno in particolare non mi dispiacerebbe affatto.
Con me apre la malattia anche il secondo sanitario che chiameremo sanitario2.
Qui inizia il ridicolo:
Nessuno, e dico NESSUNO si è interessato ad aprire il famoso isolamento domiciliare e se non fossimo stati noi per primi a metterci in malattia ora saremmo in giro a spargere il coviddi per mari e monti.
perché si, se ne sono fottuti altamente per giorni fino a quando NOI dopo aver chiamato più volte l’asl abbiamo ricevuto in questionario dove dichiarare chi c’era in casa e che andava messo in isolamento.
Sia chiaro, l’asl non ha mai mandato tale questionario al primo sanitario di cui conoscevano la positività comprovata da tampone.
In pratica in questo paese se stai zitto, nonostante la sanità sappia di un positivo in casa, puoi fare l’untore come meglio preferisci e qualsiasi autocertificazione tu vada a firmare sarà sempre valida in quanto in assenza di tampone positivo tu non sei tenuto ad autodiagnosticarti nulla, no tampone, no positività legalmente parlando.
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