>>145050>minorenneEcco il boomer con il cervello fermo agli anni dell’Amiga che in mancanza di argomentazioni comincia a fare gatekeeping. Ah, non sei su /b/.
>>145051>IdiotaRilassati, ti vedo agitato. Perché tanta furenza?
>Bravo, detto da uno che ha sempre SEMPRE inserito una storia nei suoi titoli.La storia c’è anche in Super Mario 64 o in Ninja Gaiden se è per questo. Direi che dopo Dark Souls le basi dell’environmental storytelling le do per scontate.
Il senso è che Doom si regge anche senza storia (ove con storia si intende storytelling passivo con dialoghi ed esposizione forzosa), mentre Monkey Island senza di essa perde un buon 70% dei contenuti, e giochi come LiS semplicemente non potrebbero esistere.
L’unico Doom dove hanno provato ad appiccicarci una storia (per ragioni di marketing) è il 3 che infatti è talmente considerato male che Carmack ha deciso di fare una nuova IP dove ci sono letteralmente tre cutscene in 100 ore di gameplay.
Insomma la quintessenza del gaming è l’interazione, e ovunque ci sia passività e mancanza di sistematicità c’è la morte del gaming.
Questo è il mio pensiero e non capisco perché faccia detonare così tanto il tuo culo, mi piacerebbe tanto capire a livello antropologico il perché. Probabilmente è la mentalità italiana di avere questo timore sacro nei confronti del passato e delle sue opere, e l’idea che i giochini degli anni 80 con cui giocavi da adolescente non fossero poi un granché, ti manda in cortocircuito.