>>1652>>1656>al massimo si può interpretare un passaggio in maniera leggeramente diversaHai detto poco, ci son stati scismi per molto meno.
Scherzi a parte, è più una questione di liturgia e ortodossia. Chiaro, la parte più consistente del processo che portò a stabilire cosa ammettere nei testi sacri risale a più di un millennio fa, ma non conviene sottovalutare le differenze tra le versioni di riferimento della Bibbia adottate dai vari rami del cristianesimo. Anche quando si parla di versioni molto recenti.
In molti casi, il canone stesso è diverso (ad esempio, l'antico testamento cattolico ha 7 libri in più di quello protestante); i testi possono differire nei contenuti oltre che nella forma. Alcune versioni includono i manoscritti rinvenuti in tempi più o meno recenti (tipo contenuti nei rotoli del Mar Morto), altre si rifanno ai criteri della canonicità cristiana (paternità apostolica, uso liturgico delle prime comunità, e ortodossia -praticamente un jolly che permette di bollare come apocrifi determinati scritti o passaggi).
Insomma, alcune versioni contengono sezioni ritenute apocrife da altre correnti del cristianesimo, ad altre mancano pezzi, in altre ancora ci sono svariate combinazioni delle due cose.
Oltretutto, anche la semplice riscrittura di determinati termini a favore di altri può dare un'interpretazione piuttosto diversa alla stessa frase. Per dire, nella Diodati si fa più volte riferimento ai "gentili", che nella CEI diventano "pagani". Nel primo caso è chiaro si parlasse in generale di chiunque fosse estraneo al giudaismo (anche nel contesto geografico del Vangelo), nel secondo caso sembra quasi un riferimento specifico ai romani che occupavano la Palestina. Ricordo che, ad un certo punto, nella Diodati Gesù sembra voler dire agli apostoli (parafrasando) "non portate la mia parola al di fuori del nostro circolo", che nella CEI sembrava più un "non provate a convertire i romani".
Cosucce minori se si considera l'ammontare di contenuti esclusi/inclusi o maltradotti nelle primissime fasi del cristianesimo, ma comunque roba tale da far emergere differenze d'interpretazione piuttosto consistenti. D'altronde c'è una ragione se esistono duecento correnti diverse della stessa religione. C'è una ragione se continuano ad uscire nuove versioni della Bibbia, e se si è continuato per secoli a discutere su cosa metterci dentro e come metterlo.
Il mio suggerimento ("leggiti la Diodati") è più frutto di una preferenza personale, perché amo la forma e l'idea di leggere una cosa meno "istituzionalmente contaminata" possibile. Ma altri potrebbero dirti (in modo altrettanto valido) di optare per un'altra versione più recente, che magari non si basa sulla traduzione del Vangelo di Erasmo (criticata per svariate ragioni) preferendo invece la Vulgata o le antiche traduzioni greche (tecnicamente più fedeli/dirette), per dirne una.